
Dal 1796 lavoriamo ogni giorno con passione e attenzione per offrire dolcezza.
Al fine di garantire, nel rispetto dei processi tradizionali che contraddistinguono l’azienda, la sicurezza alimentare e l’autenticità dei propri prodotti, la Direzione aziendale ha implementato un sistema di gestione rispondente ai requisiti dello standard FSSC 22000.
La Direzione aziendale si impegna pertanto a:
MAJANI 1796 S.p.A. A SOCIO UNICO è stato valutato e soddisfa i requisiti di Certification food safety 22000
Majani 1796 S.p.A premiata a Cibus Connect nel corso della cerimonia DolciSalati&Consumi Awards in due categorie: iniziativa charity, con Dolce Soccorso Crimino e premio speciale innovazione prodotto, con Tisana degli Dei.
L’importante progetto Crimino è nato in collaborazione con Croce Rossa Italiana: per ogni astuccio Dolce Soccorso venduto, composto da 4 cremini Fiat, Majani ha devoluto 60 centesimi all’acquisto di defibrillatori (DAE) per i Centri Anziani sul territorio nazionale.
La Tisana degli Dei è stata creata dall’Azienda Bolognese per offrire un prodotto con tutto il flavour del cacao, vegan, totalmente privo di calorie, zuccheri, lattosio, grassi e glutine. Realizzata con 100% bucce di cacao “fino de aroma”, si consuma come un tè in foglie: basta lasciarla in infusione per qualche minuto in acqua bollente.
Questi riconoscimenti d’eccellenza assegnati da Tespi Mediagroup e attribuiti da una giuria qualificata di buyer di Gd e Do oltre che da operatori di spicco del settore alimentare, hanno visto ancora una volta protagonista la storica Azienda cioccolatiera bolognese, che da oltre 220 anni realizza le sue Specialità “from bean to bar”, secondo il metodo tradizionale.
Ha ritirato il premio la Sig.ra Barbara Orofalo, Responsabile Marketing e Vendite Majani.
Il Cremino Fiat Classico è il grande protagonista di questo speciale cocktail ideato dal barman Marco Stefanelli in occasione della speciale degustazione “Chocolate and Spirits” svoltasi in occasione della Festa della Donna presso Eataly Bologna Ambasciatori e dedicato a tutti gli amanti della texture vellutata del primo e originale “bonbon” a 4 strati creato nel 1911 per celebrare il lancio della Fiat Tipo 4.
L’intensa aromaticità del caffè si sposa nel calice alla cremosità dello sciroppo di mandorla, offrendo un’esperienza di gusto unica e indimenticabile.
Per realizzare questo cocktail, occorrono:
– Liquore al caffè o all’amaretto 60 ml
– Sciroppo di latte di mandorla 45 ml
– 1 Tazzina di caffè espresso
– Ghiaccio quanto basta per riempire una metà dello shaker
per la preparazione:
– un calice o un flute
– un jigger
– uno shaker
– uno strainer
– un colino piccolo con maglie in metallo
ecco come procedere per la realizzazione:
– orlare il bordo del calice con un cremino ammorbidito, spalmandolo con un cucchiaino. Riporlo poi in abbattitore per almeno 30 minuti
– misurare, aiutandosi con il jigger, le giuste quantità di liquore al caffè, di sciroppo di mandorla, di caffè espresso e poi versarle nello shaker
– riempire di ghiaccio l’altra parte dello shaker
– chiudere e shakerare il tutto energicamente per qualche secondo
– aprire lo shaker e filtrare il composto con lo strainer, aiutandosi con il colino a maglie metalliche per non far passare i piccoli pezzi di ghiaccio.
Un cocktail fantastico per celebrare l’arrivo della bella stagione!
Lunedì 11 marzo alla Stazione Leopolda di Firenze, durante l’ultima giornata della manifestazione enogastronomica Taste, si è svolta la cerimonia di premiazione delle Tavolette d’Oro 2019, promossa dalla Compagnia del Cioccolato. L’Associazione, attiva da più di 20 anni, è composta da oltre 1000 soci fra amanti del cibo degli dei, degustatori professionali, giornalisti del settore, esperti del food e raffinati gourmet. Le Tavolette d’oro rappresentano i più autorevoli premi dedicati al cioccolato di qualità in Italia ed i giudizi degustativi sono stati assegnati secondo le schede di valutazione della Compagnia. Più di ottocento prodotti (praline, creme spalmabili, frutta ricoperta…) sono stati oggetto d’assaggio e le referenze che hanno superato gli 85 centesimi sono arrivate in finale, rappresentando nella loro complessità l’eccellenza del panorama italiano. Nella categoria Cioccolato d’Origine si è aggiudicata l’ambito premio la nuovissima tavoletta Blanco de Cepe 78% di Majani 1796, che sarà presentata al pubblico nell’ambito della Collezione Autunno Inverno 2019. Il Cepe è un pregiato cacao selvaggio proveniente dalle foreste del Venezuela, che con il suo variegato mosaico di genetiche presenta almeno il 15% di fave bianche di criollo. I grani sono grandi ed omogenei ed è certificato F1 Fino de primera. Menzione speciale per il secondo anno come Cioccolato d’Eccellenza alla Tavoletta Latte intenso con il 52% di cacao e per la prima volta al Cremino Inca, realizzato nel 2018 con pregiato cacao venezuelano Maracaibo.
Sabato 30 marzo e 13 aprile Majani apre le porte dell’Azienda, in Via G. Brodolini 16 in Località Crespellano, Valsamoggia a Bologna, per far conoscere la sua storia e le sue Specialità. Sarà un’occasione per entrare nel cuore dell’Antica Casa e visitarla, seguendo un percorso didattico che prevede l’ingresso all’area produttiva e un momento di formazione sulla storia e la cultura del cioccolato, accompagnato dalla degustazione dei principali prodotti Majani. I turni di visita sono previsti alle 10.00, alle 12.00 e alle 15.00 e il contributo di partecipazione a persona è di euro 15,00. Al termine della visita sarà consegnato ai partecipanti un buono sconto di euro 5,00 da utilizzare presso lo spaccio aziendale. Per info e prenotazioni scrivere a customercare@majani.com indicando nome, cognome, mail, recapito telefonico e turno al quale si è interessati.
Sabato 6 aprile Majani organizza uno speciale corso di decorazione di uova di Pasqua dedicato a tutti i bambini di età superiore a 5 anni che desiderano imparare a realizzare i loro primi dolci capolavori. La chef Giovanna Geremicca insegnerà ai piccoli pasticceri l’arte cioccolatiera e a fine giornata i bimbi porteranno a casa le loro creazioni. Il corso si svolgerà su due turni: alle ore 10.00 e alle 15.00; il contributo di partecipazione a bambino è di euro 20,00. A fine giornata sarà consegnato ai partecipanti un buono di euro 5,00 da usare presso lo spaccio. Per info e prenotazioni scrivere a customercare@majani.com indicando nome, cognome ed età del bambino, indirizzo mail, recapito telefonico e turno al quale si è interessati.
Lunedì 29 ottobre alle ore 11 si è svolta presso l’Oratorio di San Filippo Neri la conferenza stampa ufficiale per il lancio dell’importante progetto “Dolce Soccorso CRImino”. Majani 1796 in collaborazione con Croce Rossa Italiana lancia questa importante iniziativa di cardioprotezione attiva in Italia fino ad Aprile 2019. Già da oggi, comprando un astuccio di CRIMINO, sarà possibile contribuire all’acquisto di defibrillatori semi-automatici esterni (DAE) che saranno installati in alcuni centri per l’accoglienza e l’assistenza delle persone anziane dislocati in Italia.
La confezione, presentata in espositori da banco che illustrano in modo chiaro l’iniziativa, contiene 4 Cremini Fiat classici alle nocciole e mandorle, prodotto di punta dell’azienda bolognese e, per l’occasione, l’astuccio avrà un “vestito” speciale ispirato all’iniziativa. Per ogni scatolina venduta, Majani devolverà 60 centesimi al progetto “Dolce Soccorso CRIMINO”.
Valore aggiunto dell’iniziativa, gli importanti testimonial che sosterranno la campagna nel corso dei mesi: saranno i sorrisi e la simpatia di Lino Banfi (testimonial per CRI) e Franco Oppini (testimonial per Majani), infatti, ad accompagnare il “Dolce Soccorso”.
La distribuzione capillare del CRIMINO sarà assicurata dall’impegno congiunto dei Comitati CRI in tutta Italia e dalla rete vendita Majani diffusa nel territorio. L’intera operazione sarà improntata secondo i principi chiave di trasparenza e tracciabilità, che accompagneranno tutte le fasi dell’iniziativa, compreso il numero di DAE acquistati e le strutture che ne beneficeranno. All’esterno dei Centri Anziani e sulla teca contenente il defibrillatore sarà apposta, inoltre, una targa identificativa dei due partner promotori, a testimonianza dell’impegno congiunto della Croce Rossa Italiana e di Majani.
In Italia sono circa 60.000 le persone che, ogni anno, muoiono per arresto cardiaco. L’uso del defibrillatore semi-automatico esterno, unito alle pratiche di rianimazione cardiopolmonare, è determinante per salvare la vita di chi ne viene colpito e aumenta notevolmente la possibilità di sopravvivenza in attesa dell’arrivo dei soccorsi.
A distanza di 130 anni dalla Grande Esposizione Emiliana, Majani ha ricevuto un importante attestato che celebra la sua storica attività cioccolatiera.
L’impegno dell’Azienda per creare prodotti d’eccellenza realizzati quotidianamente con passione e cura artigianale a partire dal seme di cacao crudo, continua infatti ancora oggi dopo più di due secoli dalla sua nascita; l’organizzazione di Giardini e Terrazzi, in collaborazione con l’associazione di promozione sociale Laboratorio Staveco, ha premiato la dolce realtà bolognese nell’ambito dell’iniziativa ExpoBo 130, evento di rievocazione teso a promuovere il ruolo degli attori dell’economia, della cultura e della società che presero parte all’ Esposizione del 1888. I Giardini Margherita, polmone verde nel cuore del capoluogo emiliano, furono la cornice naturalistica di questa manifestazione storica di rilievo nazionale, alla cui inaugurazione parteciparono anche il Re Umberto I, la consorte Margherita di Savoia e il Presidente del Consiglio Crispi, oltre a 2.500 invitati, fra i quali 340 sindaci.
L’Esposizione si svolse all’interno di diverse strutture immerse nel verde, suddivise in tre settori: Musica, Industria e Agricoltura, Belle Arti. Majani prese parteall’evento presentando i suoi innovativi macchinari all’interno del settore industriale, dimostrandosi già allora una realtà estremamente all’avanguardia nel panorama italiano. L’ingresso principale dell’Expo sorgeva in corrispondenza di Porta Santo Stefano, dove due eleganti strutture si ergevano ai lati di una barriera semicircolare. I pilastri del cancello erano sormontati dalle statue dell’Agricoltura e dell’Industria e nel piazzale di fronte all’ingresso troneggiava imponente una bella fontana ornata da quattro gruppi di statue. Il Palazzo della Musica, con una vasta sala per concerti sinfonici, la birreria, la ferrovia russa e il lavoriero per la pesca delle anguille allestito dal Municipio di Comacchio, insieme alla capanna del Club Alpino italiano, animavano la manifestazione. I voli in aerostato e gli esperimenti di illuminazione rendevano unica l’esperienza offerta da questo evento unico teso a celebrare gli 800 anni dell’Università bolognese e le eccellenze industriali, agricole e artistiche italiane, fra cui il cioccolato Majani.
Una strada millenaria, 130 km di storia da Bologna a Firenze, in tasca un kit cioccolatoso per fare il pieno di energie: si chiama #PathofGodsItaly, la Via degli Dei, progetto promosso da Bologna Welcome di cui Majani è orgogliosamente partner. Un percorso che è cultura, enogastronomia, tradizioni, storia, turismo. Dal 1° al 10 settembre 2018, cinque blogger internazionali percorreranno il cammino sull’Appennino Tosco-Emiliano che fu degli Etruschi e poi dei Romani.
Si tratta di tre blogger, un vlogger e un videomaker specialisti del turismo slow, come Melvin Bocher, autorevole influencer di TravelDudes, di Dave Brett fondatore di TravelDave, Scott Tisson di intrepidescape.com, Laurel Robbins di monkeysandmountains.com e Rui Dantas Rodrigues.
Nello zaino, oltre agli attrezzi del mestiere per raccontare a un pubblico internazionale il favoloso percorso attraverso filmati, foto e contenuti social, i viaggiatori avranno una scatola con le migliori specialità Majani: Tortellini, Cremini, Stick Snack Sfoglia Nera e molto altro.
A un viaggio fatto di storia, meraviglia e lentezza, Majani ha subito deciso di aderire come partner, perché così intende i propri prodotti: piccoli miracoli di gusto, curati oggi come ieri.
Ieri, oggi, Majani.
Majani 1796, la storica Azienda cioccolatiera che da sempre produce le sue specialità secondo il metodo tradizionale partendo dal seme di cacao crudo, ha recentemente registrato il Disegno Comunitario del prodotto più innovativo della Pasqua 2018: l’originale Platò.
L’inedito uovo piatto, accolto con grande entusiasmo dal pubblico e dalla critica, rappresenta un articolo veramente rivoluzionario: la classica sagoma ovale è mantenuta, mentre la rotondità scompare lasciando spazio a una superficie bidimensionale, resa unica dagli ingredienti speciali e da artistiche granellature.
Il concetto di “disegno” fa parte della natura stessa dell’oggetto, che rispetto alle altre uova risulta più pratico, facilmente trasportabile e meno frangibile; la confezione compatta consente ugualmente di inserire la sorpresa.
Lo sviluppo delle Aziende avviene attraverso una buona propulsione commerciale che ha successo quanto più avrà disponibilità di prodotti pratici e innovativi. L’Uovo Platò pensiamo che vada proprio in questa direzione e così si è deciso di registrarne la nuova forma.
Vogliamo inoltre ricordare che Majani nel tempo ha inventato due prodotti storici: nel 1832 la Scorza (ora Sfoglia Nera) prima cioccolata solida in Italia e nel 1911 il Cremino Fiat a 4 strati, punta di diamante dell’Azienda.
La novità che sposa la tradizione continuerà ad essere sempre uno dei tratti distintivi di Majani 1796, insieme al costante impegno di offrire al pubblico un cioccolato eccellente ed unico. Il Platò rappresenta perfettamente questa sintesi fra passato e futuro, forma e materia, cioccolato e ispirazione artistica.
IERI, OGGI E MAJANI.
Ecco le foto vincitrici del concorso “Felici come una Pasqua”. Congratulazioni e complimenti a Simona D’Agate (Primo premio al centro), Mirella Masina (Secondo premio, a sinistra) e Vito La Maddalena (Terzo premio, a destra).
Il 7 maggio 2018 Majani 1796 S.p.A. è stata premiata presso Cibus nel corso della cerimonia dei “DolciSalati&Consumi Awards”, riconoscimenti d’eccellenza assegnati dal retail e organizzati dalle riviste di Tespi Mediagroup attribuiti da una giuria qualificata di buyer di Gd e Do oltre che da operatori di spicco del settore alimentare, alle iniziative che si sono distinte nel corso dell’anno 2017. Majani 1796 è stata premiata in due categorie: Miglior innovazione di prodotto di ricorrenza – Campagna Pasqua – con l’inedito uovo piatto Plató e Miglior campagna new media con la campagna Facebook Personaggi Storici. Ha ritirato il premio la Sig.ra Barbara Orofalo, Responsabile Marketing dell’Azienda, insieme all’Agenzia di Comunicazione Lampi di Parma.
foto di Massimo Nobile
L’aceto balsamico tradizionale, esaltato dal pregiato cioccolato monorigine Colombia 75% di Majani, è il protagonista di questa golosa ricetta, proposta dalla Chef Giovanna Geremicca (www.giovannageremicca.it) a pagina 96 del suo libro Cioccolateria Italiana, tecniche di lavorazione, ricette e degustazione -2012, Calderini editore.
INGREDIENTI
250 g di cioccolato fondente al 75%
100 ml di panna fresca
20 g di burro
aceto balsamico di Modena
100 g di cacao amaro in polvere
dosi per realizzare 20 tartufi
ESECUZIONE
– Portate a bollore panna e burro, lasciate intiepidire per due minuti. Versate sul cioccolato a pezzetti e mescolando delicatamente trasformate questi ingredienti in una ganache fluida e lucida.
– Lasciate raffreddare e conservate in frigo per 4 ore. Con i rebbi di una forchetta grattate l’impasto, con lo stesso movimento che fareste con un cucchiaio per prelevare dell’impasto, si formeranno delle grosse briciole.
– Prelevatene una quantità pari ad una nocciola grande e compattate velocemente formando una depressione nell’impasto, versateci dentro tre gocce di aceto balsamico.
– Chiudete e rotolate nel cacao amaro.
– Lasciate riposare i tartufini in frigo ma prima di gustarli lasciateli a temperatura ambiente per alcuni minuti per esaltare la preziosità e la dolcezza dell’aceto balsamico e la vellutatezza del tartufo.
foto di Massimo Nobile
Per tutti i golosi con problemi d’intolleranza al latte e alle uova ecco una ricetta a prova di…fastidio. La Chef Giovanna Geremicca (www.giovannageremicca.it) a pagina 36 del suo libro Cioccolateria Italiana, tecniche di lavorazione, ricette e degustazione -2012, Calderini editore- propone questa golosa ricetta priva di uova, latte e suoi derivati.
INGREDIENTI
200 g di cioccolato fondente Majani al 52% di cacao
50 g di margarina vegetale senza lattosio
250 g di farina 00
1/2 bustina di lievito per dolci
200 g di zucchero semolato fino
1/4 di litro di latte di cocco (oppure di capra)
dosi per una torta di 28 cm di diam.
ESECUZIONE
– Scogliete a bagnomaria il cioccolato fondente con la margarina senza lattosio e unite la farina setacciata con mezza bustina di lievito, lo zucchero semolato super fino e il latte di cocco (se avete problemi di digeribilità del latte consiglio quello di capra).
– Montate tutti gli ingredienti con frusta elettrica per alcuni minuti alla massima potenza sino a formare una crema spumosa e versate in uno stampo antiaderente.
– Cuocete in forno già caldo a 180° C. Il dolce sarà cotto quando, infilandoci uno stecco in legno, ne uscirà asciutto.
– Si conserva bene in frigorifero per 4 giorni, in un contenitore a chiusura ermetica.
foto di Massimo Nobile
La Chef Giovanna Geremicca (www.giovannageremicca.it) a pagina 74 del suo prezioso libro Cioccolateria Italiana, tecniche di lavorazione, ricette e degustazione -2012, Calderini editore- propone un’invitante ricetta per realizzare un ottimo cremino utilizzando il cioccolato Majani. Il Cremino Fiat originale é nato nel 1911 dalla creatività dell’Azienda bolognese per celebrare l’uscita del nuovo modello di auto Fiat Tipo 4. Il primo a 4 strati, é qui reinterpretato in versione “domestica”.
INGREDIENTI
250 g di cioccolato fondente Majani al 55% di cacao
250 g di cioccolato al latte Majani
250 g di cioccolato bianco
200 g di nocciole di prima qualità già sgusciate
100 g di mandorle di Avola già sgusciate
dosi per circa 100 cremini a 3 strati
ESECUZIONE
– Scaldate il forno a 170° C e infornate in teglie separate le nocciole e le mandorle pelate. Tostatele per almeno 15 minuti, mescolandole di tanto in tanto per farle dorare uniformemente. Pulite le nocciole strofinandole con un canovaccio ruvido, la pellicina verrà via immediatamente rivelando il frutto ben pulito e tostato.
– Lasciate raffreddare e frullate le nocciole sino a ridurre a poltiglia. Passate poi il composto poco alla volta nel mortaio e riducete ancora di più a crema. Riducete in crema anche le mandorle, ricordandovi di lavare frullatore e mortaio fra un frutto e l’altro per non contaminare i sapori delle due paste.
– Sciogliete a bagnomaria il cioccolato fondente e a temperatura di 40° C unite 100 g di pasta di nocciole, mescolando per uniformare. Ora procedete come per un normale temperaggio del cioccolato. Giunti a temperatura di lavoro sistemate la crema fondente in una teglia quadrata ricoperta da carta da forno o in formine di silicone, in modo da fare un primo strato sottile che poi accoglierà gli altri due. procedete allo stesso modo con il cioccolato al latte e il resto della pasta di nocciole e il cioccolato bianco con la pasta di mandorle.
– Formate un primo strato con la pasta di nocciole dello spessore di 1 cm e lasciate rapprendere in frigo per 15 minuti. procedete così con gli altri due strati intervallandoli per ottenere le caratteristiche strisce del cremino.
– Lasciate solidificare a temperatura ambiente per 2 ore. La velocità dipende dalla temperatura.
– Una volta indurito l’impasto tagliate con coltello a lama liscia i cremini a cubi o fette e conservate in una scatola a chiusura ermetica fuori dal frigo per due settimane.
Barcellona e il cioccolato hanno da sempre un legame molto profondo. La città portuale spagnola è stata una delle prime realtà ad entrare in contatto con il cibo degli dei e a poterne apprezzare la deliziosa natura. Nell’antico Convento di Sant’Agustì sorge oggi il Museu de la Xocolata, un’esposizione permanente voluta dai Pasticceri della città catalana per celebrare con oggetti e installazioni le origini del cacao, il suo arrivo in Europa e la diffusione fra mito e realtà, fra tradizione e futuro. La storia stessa del Convento che ospita il Museo (divenuto a metà settecento Accademia Militare) è intimamente legata al cioccolato: la preziosa bevanda veniva distribuita qui insieme al pane per colazione ai cadetti dell’esercito borbonico, fanatici consumatori di questo prodotto. I Pasticceri di Barcellona hanno concepito il Museu con due principali finalità: sviluppare un progetto culturale teso a favorire la divulgazione della storia della cioccolateria di qualità e creare uno strumento finalizzato alla rivalutazione della tradizione pasticcera e cioccolatiera del Paese per sviluppare la sensibilità e la curiosità del pubblico verso questo dolce mondo.
“…Un dì mai non trapassa
senza ch’io me ne succhj
sullo spuntar del dì ricolma tazza.
A sceglier altri amari succhi impazza,
I mali di vecchiezza prevenire;
Io sol con questo amabile elisire,
dell’età grave riparando i danni,
viver vuo’ di Nestor gli anni…”
Marcello Malaspina, poeta toscano di fine ‘600, già testimoniava nel suo Bacco in America gli effetti benefici e anti-age del cioccolato sul suo corpo, oltre che sul suo spirito. Invece di colmar la tazza con altri “amari succhi”, preferiva assaporare a colazione questo “amabile elisire”, in grado di riparare i danni dell’età e renderlo quasi immortale. Dopo la demonizzazione del cioccolato come cibo ingrassante e poco salutare, oggi assistiamo alla riabilitazione e alla promozione di questo prodotto da parte della comunità scientifica. Uno studio realizzato dal Top Institute Food and Nutrition della Wageningen University (Paesi Bassi) e pubblicato sul FASEB Journal, mostra come il cioccolato fondente con un’alta percentuale di cacao possa aiutare a ripristinare la flessibilità delle arterie e ad evitare che i leucociti si attacchino alle pareti dei vasi sanguigni dando origine all’aterosclerosi. Tali benefici effetti sarebbero da attribuirsi alle sostanze antiossidanti contenute nel cioccolato, soprattutto i flavonoidi, capaci di impedire l’ossidazione del colesterolo cattivo da parte dei radicali liberi e la coagulazione delle piastrine. Il Malaspina insomma, già più di 300 anni fa aveva capito che il “cioccolate” faceva bene al cuore davvero in tutti i sensi. Resta inteso che per godere degli effetti benefici di questo prodotto non bisogna eccedere con la quantità ed è preferibile scegliere il fondente con un’alta percentuale di cacao.
Il cioccolato è buono da mangiare ma non solo: grazie alle sue virtù possiamo diventare anche più belli e ritrovare il nostro equilibrio psicofisico. Per prepararci alle vacanze attingiamo alle mille proprietà benefiche del cibo degli dei! Grazie a un delizioso massaggio al cioccolato liberiamo la nostra mente dallo stress quotidiano, con il suo sublime profumo, dal forte potere rilassante e antidepressivo, che favorisce l’euforia e al contempo aumenta la capacità di concentrazione. Le fave di cacao contengono molti polifenoli dall’effetto antiossidante, sali minerali, teobromina, tannini, magnesio, fosforo, calcio e potassio…che lo rendono un ottimo prodotto per combattere la cellulite e la ritenzione idrica. La granella, in combinazione a sostanze lenitive come il miele, può aiutarci ad avere una pelle di velluto, grazie alla sua azione esfoliante, che offre un intenso rinnovamento cellulare. Il burro di cacao ha inoltre un forte potere nutritivo, emolliente e protettivo. Per un massaggio al cioccolato fai da te bastanoo circa 500 gr di fondente e un olio essenziale a scelta. Dopo aver fatto sciogliere il cioccolato a bagnomaria e aver aggiunto qualche goccia di olio mescolando bene, il cioccolato va massaggiato ancora tiepido (attenzione a non bruciarvi!) finché il prodotto non venga assorbito. Lasciate riposare la pelle per dieci minuti e poi fatevi una doccia calda. Per avere i risultati migliori provate un prodotto di altissima qualità, come il cioccolato fondente Majani!
Seguiteci per scoprire altri segreti del cioccolato per la vostra bellezza…
Il cioccolato ha fatto sempre parlare di sé: “alimento non alimento” esotico, scuro e misteriosamente euforizzante, nei secoli è stato al centro di molti dibattiti sociali, nutrizionali e addirittura religiosi. Tra il ‘600 e il ‘700, soprattutto in Spagna e in Italia, sono stati scritti numerosi trattati di morale che indicano se il prodotto sia più o meno adatto da assumersi in tempo di Quaresima. Questi testi rappresentano delle vere e proprie dispute sulla natura del cibo degli dei (è un alimento o una bevanda?) e sulla possibilità di assaporarlo in tempo di digiuno senza venir meno ai precetti cattolici. Uno dei volumi più significativi è quello scritto da Antonio de Leòn Pinelo Questione Morale se il cioccolato infrange il digiuno ecclesiastico, edito nel 1636. L’autore, nato in Argentina, poi trasferitosi in Spagna, dove diventa Ministro del Consiglio delle Indie, spiega le ragioni per cui il cioccolato è da considerarsi una bevanda che, se assunta una volta al giorno in quantità modica, non infrange la penitenza. Anche Il Cardinal Brancaccio, alcuni anni più tardi, si erge a difesa della bruna bevanda affermando che “Liquidum non frangit jejunum”, scagionando così finalmente la cioccolata da ogni peccaminosa connotazione.
Grandiosità. Questa la parola d’ordine delle Esposizioni Universali, che da sempre hanno segnato il trionfo delle “magnifiche sorti progressive” dell’umanità, contribuendo alla diffusione delle idee e allo sviluppo tecnologico del mondo. La prima Great Exhibition of the Works of Industry of all Nations si tenne a Londra nel 1851; già in quel periodo Giuseppe Majani aveva compreso che il futuro dell’Italia sarebbe stato in Europa e che per distinguersi sul palcoscenico delle eccellenze mondiali avrebbe dovuto essere presente con il suo cioccolato – prodotto con i macchinari a vapore più all’avanguardia – alle principali Esposizioni mondiali.
In occasione dell’Exposition Universelle de l’Art e de l’Industrie de 1867, l’Azienda bolognese ricevette una medaglia d’argento nella sezione Agriculture et Industrie – Chocolats et Dragées. Il 18 agosto 1873 Majani partecipò e fu premiata anche all’Expo di Vienna, organizzata per volere dell’Imperatore Francesco Giuseppe d’Austria e avente come tema la cultura e l’educazione.
Parigi fu di nuovo al centro della scena mondiale nel 1878 e durante l’evento espositivo visitato da ben sedici milioni di persone (un record per l’epoca!) Majani ricevette una nuova medaglia. All’interno del Padiglione Gruppo IV – Materie Alimentari e Preparate, l’eccellenza dell’Azienda bolognese fu insignita (questa volta a livello nazionale) all’ Esposizione industriale di Milano del 1881, concepita per creare l’opportunità di un raffronto costruttivo fra le varie realtà industriali regionali del Bel Paese.
A metà dell’800 il cibo degli dei era apprezzato anche per la sua funzione “medicamentosa”. Il cioccolato semplice, ottenuto con otto libbre di cacao Caracca, due di cacao delle Isole e dieci di zucchero mescolati a latte o acqua, era detto cioccolato di sanità e, come ci insegna Felice Cassone nel suo testo Flora Medico-Farmaceutica, produceva un’“alimentazione rilassante e poco riparatrice”, adatta agli stomachi robusti e forti. Il cioccolato aromatico si realizzava mescolando al precedente composto tre once di vaniglia e due di cannella e risultava più facile da digerire. Il cioccolato nutritivo incorporava alla bevanda alcune fecole, come quelle di salep, sagù e tapioca, spesso sostituite per via dell’alto prezzo dalla farina di patata e dall’amido. A volte si facevano entrare nel cioccolato lenticchie, piselli, mandorle, burro e tuorli d’uovo. Il vero e proprio cioccolato medicamentoso vedeva l’impiego del bruno alimento per far assumere ai reticenti sostanze di sapore particolarmente sgradevole: il cioccolato pettorale prevedeva ad esempio l’uso del lichene d’Islanda. Nel listino Majani risalente al 1856 troviamo la presenza di cioccolata pettorale, ferruginosa, con latte d’amandole e addirittura…omiopatica! Quest’ultima, priva di aromi, aveva il compito di non annullare l’azione di altri rimedi medicamentosi, così come spiegato nel testo “Medicina domestica omeopatica” scritto nel 1859 del Professor Mengozzi dell’Università La Sapienza di Roma.
“…È mezz’ora che sbatto;
Il cioccolatte è fatto, ed a me tocca
Restar ad odorarlo a secca bocca?
Non è forse la mia come la vostra?
O garbate Signore,
Che a voi dessi l’essenza, e a me l’odore!
Per Bacco, vo’ assaggiarlo. (lo assaggia)
Com’è buono!…”
Despina, la cameriera dell’opera buffa “Così fan tutte” di Mozart, messa in scena per la prima volta a Vienna nel 1790, riesce ad esprimere in queste poche rime il suo rapporto di amore e odio con il cioccolato.
Per farlo schiumare adeguatamente ha dovuto agitarlo a lungo e ora vorrebbe poter attingere al cibo degli dei per risollevarsi da tanta fatica. Non riesce a resistere e lo assapora, ma sa che certe prelibatezze sono destinate solo alle “Signore”, le uniche a poter godere della piacevole essenza, mentre a lei non resta che sentirne l’odore. La differenza sociale è evidente anche se la povera servetta non capisce in cosa lei differisca loro, forse queste sono solo più “garbate”, per il resto la tentazione del cioccolato è forte per tutte.
Jean-Etienne Liotard, il pittore svizzero famoso per le realistiche opere realizzate a pastello, ritrae attorno al 1745 la Bella Cioccolataia, riconosciuta come la sua opera più famosa. La tranquillità e il gesto misurato la disgiungono dall’immagine dell’impaziente e golosa Despina; sembra ancora di sentire il delicato tacchettio delle scarpette dell’eburnea cameriera risuonare lungo l’ampio corridoio di una dimora facoltosa mentre porta il cioccolato alla sua dama. La pergamena realizzata a Vienna e conservata oggi al Museo di Dresda, dopo essere stata acquistata da Francesco Algarotti a Venezia e da Augusto III di Polonia, ritrae la giovane con un pregiato vassoio in mano, che non deve far assolutamente cadere. La tazzina, di finissima porcellana è sostenuta da una trembleuse in argento che ne attutisce le vibrazioni. Il cioccolato è così pregiato che non se ne può versare nemmeno una goccia! Il bicchier d’acqua accompagna immancabilmente la bevanda e consente a chi la consuma di rinfrescarsi dopo l’assunzione del denso piacere.
In un altro celebre ritratto del 1753 intitolato La Colazione (Das Fruhstuck), Liotard ci fa capire com’ è la “gentil Signora” alla quale verrà servita la cioccolata. La figura della cameriera in quest’opera quasi sparisce, rimane però sempre a fare capolino il bel vassoio con la cioccolata in tazza e il bicchiere d’acqua, imprescindibili simboli settecenteschi di status. La donna raffigurata si appresta a gustare la sua energetica cioccolata mattutina, diventata ormai una moda presso la corte austriaca dell’epoca.
Un’altra ragazza facoltosa e riflessiva è la protagonista dell’opera viennese del 1744 Donna che versa la cioccolata (A lady pouring chocolate). Liotard ritrae una giovane donna che si appresta a gustare in compagnia (di chi non ci è dato saperlo) la cioccolata che le è appena stata portata dalla cameriera. Probabilmente siamo in una stagione fredda, come intuiamo dalla presenza dello scaldapiedi accanto alla sottana di raso. La cioccolata è resa più piacevole dall’aggiunta di latte e zucchero, la cui presenza emerge sul vassoio in un gioco di sapienti riflessi.
L’artista continua a celebrare il rapporto speciale fra le donne e il cioccolato nel tenerissimo spaccato della sua vita familiare ritratto in La Signora Liotard e sua figlia (Madame Liotard and her daughter) mentre assaporano insieme la prelibata cioccolata del mattino. La madre guarda orgogliosa la sua piccola bambina, intenta a intingere un biscotto ancora sonnecchiante e con i bigodini di carta in testa, pronta per prepararsi ad affrontare un’intensa giornata signorile.
Capolavoro della letteratura gastronomica italiana, tradotto in molte lingue e riedito ben quindici volte dopo la prima stampa del 1891, La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene è il primo celebre ricettario realizzato da Pellegrino Artusi per celebrare l’unione gastronomica italiana. Artusi ci dice che le due tipologie di cioccolata più stimate sono il Caracca (Venezuelano) e il Marignone (proveniente dalle Antille) e che per garantirsi un prodotto di qualità bisogna “sfuggire l’infimo prezzo e dare la preferenza ai fabbricanti più accreditati”. L’autore definisce la cioccolata un “alimento nervoso che stimola l’intelligenza ed aumenta la sensibilità”, un cibo nutriente adatto a chi “lavora assai con il cervello”. Il cibo degli dei è protagonista o ingrediente di molte sue ricette, come il DOLCE DI CIOCCOLATA e il DOLCE TORINO, il DOLCE DI MARRONI CON PANNA MONTATA, lo SFORMATO DI FARINA DOLCE, i PASTICCINI DI PASTA BEIGNET COPERTI DI CIOCCOLATA, la TORTA DI NOCI e di QUELLA MANDORLE, il BISCOTTO E IL SOUFFLE’ DI CIOCCOLATA.
Alcune preparazioni prevedono l’impiego del cioccolato in abbinamento ad ingredienti salati, come la TORTA MILANESE, con carne tritata, pinoli e canditi. Interessante l’impiego del CACAO anche come ingrediente dei BISCOTTINI PUERPERALI, ideati dall’Artusi come ideali ricostituenti per le donne che hanno appena partorito.
La Società Anonima Fabbrica Italiana di Automobili fu fondata a Torino l’11 luglio 1899 per iniziativa di alcuni aristocratici piemontesi uniti dalla comune passione per i motori. Dopo qualche tempo la sua ragione sociale divenne FIAT –Fabbrica Italiana Automobili Torino– un acronimo latino dal significato benaugurale: “che sia!”
In seguito all’uscita del primo modello 3 ⅟2 HP e dei successivi, nel 1911 nacquero gli esemplari 2,3,4,5. La FIAT TIPO 4 era una vettura di lusso che poteva arrivare fino a novantacinque km orari.
L’Azienda volle celebrare in modo particolare la commercializzazione di quest’auto speciale, pubblicizzandola anche tramite la realizzazione di un “gadget” che gli italiani potessero piacevolmente ricordare e ricollegare al prodotto. Quale miglior occasione per far dono ai propri clienti di una preziosa scatola di cioccolatini FIAT? Majani realizzò per l’Azienda torinese un inedito cremino a 4 strati che richiamava in modo sublime il modello dell’automobile, facendo ricordare ad ogni morso l’indelebile numero quattro. Il “Bonbon FIAT” (questo il nome originario) ebbe un enorme successo e dopo oltre cent’anni è ancora considerato il gioiello di Majani, il prodotto che più di tutti collega l’Azienda Bolognese alla Storia culturale ed economica del Paese.
Un ragazzo coperto da un drappo rosso svetta vittorioso su una possente locomotiva in corsa.
Fari accesi, potenza, metallo e velocità: la società industriale ha ormai compiuto passi da gigante e il Mercurio ritratto da Dudovich, uno dei più famosi cartellonisti italiani di inizio ‘900, rappresenta perfettamente il concetto di progresso commerciale e promuove con una grafica suggestiva il cioccolato Majani, raccontando una storia fatta di Bologna, di reti ferroviarie che si intrecciano e di prodotti innovativi e deliziosi che arrivano a raggiungere con la loro bontà le principali città d’Italia e d’Europa.
Il cibo da sempre ha rivestito un ruolo centrale nella vita delle persone, adducendo significati allegorici e sociali che vanno ben oltre il mero aspetto nutrizionale. Il cioccolato è sempre stato associato a rituali di consumo altamente simbolici, che lo hanno reso nella percezione comune un cibo talmente affascinante da poter essere considerato quasi “magico”. Presso le popolazioni amerinde il cacao veniva utilizzato per accompagnare le cerimonie ed era considerato un vero e proprio alimento mistico. Il consumo del xocoalt (la bevanda schiumosa a base di cacao e acqua, spesso aromatizzata con peperoncino e vaniglia) rafforzava quindi l’appartenenza al contesto sociale e consentiva di condividere la stessa esperienza spirituale. A partire dal XVI secolo il cacao cominciava ad approdare presso le principali corti europee; il costo e la rarità del prodotto importato, insieme all’immaginario esotico che esso trascinava con sé, rendevano il consumo di questa specialità ancora una volta una forte discriminante di appartenenza sociale. Il voluttuoso cioccolato affascinava e piaceva agli Europei per la sensazione cremosa insieme all’aspetto “vizioso” del suo consumo. Nel corso del XVIII secolo in Europa nascevano le prime cioccolaterie, dove il rituale del cioccolato in tazza offriva l’occasione per condividere un momento sociale e di scambio culturale. Con l’arrivo successivo del cioccolato solido e della produzione industriale, il prodotto diveniva accessibile a sempre maggiori fasce sociali, perdendo gradualmente la connotazione estremamente lussuosa che aveva al tempo della sua prima introduzione. Oggi il cibo degli dei continua a far vivere la sua magia e il suo “incanto” e il suo rituale di consumo sta diventando sempre più un’esperienza intima tesa a provare nuove emozioni e inedite avventure dei sensi. Tramite la scelta del cioccolato l’individuo esprime se stesso e la propria cultura, ridefinendo la sua identità.